L’Aventino, il colle del mio cuore
Lasciando il Circo Massimo e salendo lungo il Clivo dei Publicii, la confusione lascia spazio alla quiete.
Si sale sul colle Aventino, elegante, nascosto, silenzioso e pieno di storia. Prevalgono i rumori della natura, c’è una serenità che fa godere pienamente di ciò che vedono gli occhi. La quiete è surreale, quasi ci fosse un’energia alla quale non si può far altro che abbandonarsi senza fare alcuna resistenza. Ho percorso più volte il Clivo, eppure ogni volta mi sembra di cogliere un particolare diverso.
Il Giardino degli Aranci accompagna dolcemente verso uno degli scorci più belli di Roma ma è molto conosciuto e a volte troppo affollato per goderne in solitudine.
Proseguendo, poco più avanti, il Giardino di Sant’Alessio non è da meno e
la sua pace permette di sentirsi, chiudere gli occhi e viaggiare lontano. Uscendo dal giardino, ogni chiesa che si incontra lungo la strada racconta la sua storia.
Santa Sabina, che porta con sé leggenda, una fede che si può respirare, una pianta secolare nascosta agli occhi dei più distratti. Pensare a quanta storia c’è sotto la chiesa cristiana che vediamo oggi è emozionante.
Sant’Alessio, che custodisce l’oggetto che meglio racconta la storia della vita di un uomo santo e, scendendo sotto l’altare, vi condurrà in un luogo unico nel suo genere.
Sant’Anselmo è la chiesa più giovane ma, come la maggior parte dei luoghi di Roma, costruita su un luogo incredibilmente antico. Qui potrete fare una piacevole sosta.
Uscendo da Sant’Anselmo, nella Piazza dei Cavalieri di Malta, progettata dal disegnatore romano per eccellenza, c’è il buco di una serratura dalla quale spiare. Normalmente farlo non è buona educazione, ma qui è un dovere. Lo spettacolo è davvero unico. Inutile tentare di fotografarlo, niente può apprezzarlo meglio dei vostri occhi.
Irene