Ciao! Hallo! Salut! іHola! Olà! Ni hao! Namastè!
L’ultima volta che Vi ho scritto, l’ho fatto in pieno lockdown. Stavolta mi ritrovo in una condizione un po’ diversa: sono a casa da giorni e sono positiva. Strano come le parole a volte possano esprimere qualcosa di molto lontano da quel che è: think POSITIVE for a POSITIVE. È tutto rallentato e pesante, per me. La Vita intorno va avanti con i suoi “soliti” ritmi ed io sono ferma. E quando si è fermi, si sa, i pensieri scorrono. Ma ora, in questo i n f i n i t o momento, mentre scrivo, mi rendo conto che i pensieri ci son sempre, per tutti, ogni giorno. Ma accanto a loro, per fortuna anche le Emozioni. Son sicura di aver letto da qualche parte questo pensiero, che ora vi propongo, con delle piccole aggiunte: di un posto puoi non ricordare il nome e magari neanche il momento in cui lo hai visitato, di un’opera puoi non ricordare l’autore, l’anno, la tecnica usata e la storia. E Vi confesso, che a me capita molto spesso! Ma non dimentichi l’emozione che hai provato e vissuto. Quella ti resta addosso, Sempre. E a questo proposito, se vi va, Vi racconto una piccola storia.
Ricordo vagamente la data e non saprei neanche dirvi il nome e l’autore. Ma so raccontarvi un’emozione. Grande. Una di quelle che ricordo con maggior intensità. Sono stata l’ultima ad entrare, perché insieme alla mia amica Maria eravamo “a chiusura” del gruppo. Un gruppo di fantastici brasiliani, che a me personalmente, ha fatto un regalo stupendo: mi ha permesso per una settimana di andare in vacanza nella mia città, Roma. Dovete sapere o magari lo sapete già, che proprio in questa città c’è una piccola cappella molto intima. Di fronte alla porta di accesso c’è un piccolo altare e su questo, incorniciato d’oro, un dipinto che mi ha subito catturato, oltre che per la sua Bellezza, per una sua particolarità: è un dipinto su parete. Vi è rappresentata la Natività.
Tra un momento Vi racconto cosa è successo dopo.
Vi è ritratta la famiglia! Cosa ci può essere di più bello? Per me, una rappresentazione candida e allo stesso tempo caravaggesca.
È bellissima.
Eravamo un bel gruppo assembrato lì dentro. Sicuramente qualcuno ci ha parlato dell’opera e del posto. Già perché non vi ho detto che siamo all’interno del Palazzo della Cancelleria Apostolica. Un posto assolutamente da visitare. Al momento dell’uscita, chiaramente sono stata l’ultima, dopo il gruppo. Oltre la mia di emozione, in quel momento di unione e di condivisione con gli altri, ho raccolto e assorbito le emozioni di Tutti e le ho anche apertamente manifestate: già perché ho iniziato a piangere. Ma non mi sono fermata ad occhi lucidi o alla lacrima che scende. Ho proprio iniziato a singhiozzare, tra le lacrime che scendevamo, tanto da dovermi forzare a smettere, mettendomi una mano sulla bocca, per evitare il rimbombo in quel maestoso corridoio tirato a lucido e senza mobili. Dopo qualche minuto sono dovuta e riuscita a tornare in me. E abbiamo continuato con la Bellezza.
Vi confesso che, ad oggi, piango per qualsiasi cosa: per i film, per le canzoni, per le parole dette e per quelle non ascoltate, per le storie tristi e per quelle felici. Per le assenze e le presenze. Vi pare che posso non piangere di fronte ad una meraviglia, che sta lì ad adempiere, forse, al suo ruolo di oggi? Quello di ispirare ed emozionare. Ad oggi riesco a dirlo con parole. Io lo so perché anni fa quell’immagine mi ha travolta fino a farmi emozionare così tanto, di fronte alla “famiglia”. Sono stati anni bui e dolorosi, per me. Ma posso dirvi che con l’esperienza e il tempo ho capito che la famiglia è quella che ognuno di noi sceglie nel suo percorso di Vita. È la forma d’Amore più bella che esista: scegliere ed essere scelti con l’amore nel Cuore e nell’Anima. E mi sento fortunata. Perché ad oggi sono stata scelta ed ho scelto. E voglio ringraziare i miei Amici e le mie Amiche con cui posso condividere l’Amore per la Bellezza.
Non ho il dono della sintesi, me ne rendo conto. Ma “tutto” questo per voler condividere con Voi uno dei miei tanti pensieri, di quelli Belli. Roma, in questo caso, e le opere d’Arte in ogni loro forma, ci possono portare a capire e contemplare nel profondo noi stessi, a guardare e a saper riconoscere e conoscere i veri “Genitori della propria Realizzazione”. Toccano delle note sconosciute e celate alla nostra parte consapevole. E ti mettono in contatto con gli altri, con le loro emozioni, anche se mai manifestate e dette. È un dialogo tra le Anime.
Quindi grazie anche e soprattutto ad EACS. Perché mi permette di esprimere una parte di Me: quella che scrive delle proprie Emozioni, Emozionandosi.
Roma, 30 gennaio 2022.
Casa M’Aura.