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Clivus Scauri

Mi aspetto di sentire il solito frastuono ma, attraversato l’Arco di Dolabella, mi ritrovo fuori dal tempo, estranea alla realtà cittadina che poco prima mi circondava.

Roma mi sorprende ancora una volta e sono solo a due passi dal Colosseo! Anche la presenza degli studi televisivi sembra estranea...

La fuga dei sette archi medievali mi fa l’occhiolino. Scavalcano l’antica strada romana che univa il Palatino al colle Celio: Clivus Scauri che ancora oggi si presenta con il suo aspetto antico e pare che ricalchi esattamente il suo percorso originale.

In poche centinaia di metri una sull’altra le testimonianze di un passato lontano si sostengono e si amalgamano.
Si elevava il Mons Querquetulanus nell’area in cui oggi sorge la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo.

Il Bosco Sacro dove si veneravano le ninfe e la leggenda vuole che Numa Pompilio incontrasse la ninfa Egeria, dotata di virtù profetiche e ispiratrici...

I resti del podio del tempio del Divo Claudio rievocano un imperatore colto e saggio, ma vittima dell’ambizione sfrenata di due donne: Messalina e Agrippina...

Una targa di travertino invita all’ingresso delle case romane del Celio: un’insula e una domus con impianto termale che furono poi unite in un’unica domus signorile. Dall’eleganza del Ninfeo e dalla finezza delle grottesche che decorano le pareti si può intuire l’eleganza e il buon gusto dei padroni di casa... ma ci sono anche segni che rivelano l’arrivo del Cristianesimo!

Finiti gli archi la vista spazia: un portale, rifinito da una cornice bianca in travertino con le insegne del Cardinale Scipione Borghese per rammentare il suo impegno nel recuperare alcuni ambienti del complesso di S. Gregorio al Celio.

Sullo stesso portale un affresco, un po’ sbiadito, di S. Gregorio Magno che scrive sotto dettatura dello Spirito Santo celebra il padrone di quell’immenso possedimento… poi i resti della Biblioteca di Agapito I: la prima biblioteca cristiana a Roma, che conteneva le opere dei Padri latini e greci ma rigorosamente cattolici...

E ancora i giardini dell’antico monastero oggi convento delle Missionarie della Carità.
Infine davanti alla chiesa dei SS. Andrea e Gregorio al Celio, la scalinata monumentale mi fa l’occhiolino...

In cima lo sguardo si perde sul Palatino... dove tutto è cominciato.

Maria

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